martedì 21 gennaio 2014

EURO ED EUROPA

EURO ED EUROPA: NON CONFONDIAMOLI! Vorrei fare chiarezza su questo importante ed attuale problema che, da più parti ormai, è usato come cavallo di battaglia per far breccia nella testa del popolo, per riportare all’ovile le “pecorelle smarrite”, cioè quelle persone che pian, piano stanno aprendo gli occhi e creando un collegamento critico e personale fra notizie e realtà. Da quando questa realtà, l’Unione Europea, è nata ci è sempre stata dipinta come la massima espressione di libertà di movimento, di scambio culturale, di integrazione: verissimo, infatti si può tranquillamente viaggiare per tutta l’Europa senza aver bisogno del passaporto, senza estenuanti controlli doganali, senza interminabili code a sportelli di qualsiasi natura burocratica. Negli ultimi quattro anni sono stato in Belgio, Austria, Spagna, Danimarca, Olanda, Germania senza nessun tipo di problema legato a documenti, visti o quant’ altro. Questa è, a mio avviso, l’Europa dei cittadini, l’Europa che ci hanno fabbricato e che i cittadini europei con le loro enormi competenze sociali ed intellettuali sfruttano benissimo e fanno funzionare alla perfezione. Visitando alcune città di queste nazioni ho incontrato persone provenienti da ogni parte d’ Europa non solo ben integrate, ma anche coese; le ho viste vivere e lavorare fianco a fianco senza problemi, aiutarsi ed arrivare alla fine della giornata stanche, stremate, ma relativamente felici. Sono le persone che hanno creato e stanno ancora creando l’”Europa dei popoli”. La nota dolente, sotto gli occhi e nella mente di tutti è, purtroppo, il lato burocratico/economico/gestionale dell’ Europa. Bisogna partire dal presupposto che la nascita dell’ Unione Europea è stata gestita come una fusione societaria, come unione di più stati in cui era necessario pareggiare e livellare le diverse realtà nazionali, unificandole: ma come? Creando una valuta unica, l’ odiato Euro, ed usandola come punto fermo del ragionamento, come base di calcolo; e, da qui in avanti, gli errori e le discrepanze si sono moltiplicati a potenze inimmaginabili. Come in ogni fusione societaria, le forze in campo sono differenti: la Francia (anche se, ultimamente, con qualche problema), e soprattutto la Germania, sono le due Nazioni con la forza economica maggiore dell’ UE; Lussemburgo, Belgio e Paesi Bassi le nazioni con la maggior forza finanziaria. Tutto qui? No, perché ci sono delle nazioni che hanno aderito all’ Unione Europea, ma non all’Euro (sì, si può tranquillamente fare!) e sono, a mio modesto parere, le nazioni che hanno scelto la via migliore: suggere il positivo dell’ Unione , tralasciando l’ amaro. Le nazioni di questo blocco sono: UK (Regno Unito), Danimarca, Svezia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania e Bulgaria. Questo non vieta assolutamente che, a breve, per volontà popolare o pressioni comunitarie, queste nazioni possano adottare la moneta unica, ma ritorniamo al discorso principale: la differenza di valori in Come sappiamo, la Germania ha perso la Seconda Guerra Mondiale; ne è uscita completamente distrutta, annichilita, in ginocchio sia dal punto di vista sociale, sia da quello economico; una parte sotto il controllo occidentale, una sotto il controllo orientale. Nazione distrutta dicevamo, annichilita, in ginocchio, ma che (e parliamo, in particolare, della parte occidentale) ha saputo sfruttare questa situazione negativa a proprio favore. Ricostruzione programmata e sistematica della società, dell’ economia e dell’ apparato statale e burocratico; ricostruzione avvenuta con lo spirito ed il fine di aiutare, supportare e invogliare la crescita, riportare la nazione alla normalità: tutto questo negli anni e con ingenti e non nascosti aiuti economico/finanziari della parte occidentale del mondo. Aiuti esterni e caparbietà interna hanno portato alla riunificazione delle due Germanie, raddoppiando, di fatto, grandezze territoriali, risorse, mercato del lavoro, mercati di sbocco eccetera e creando, in questo modo, una potenza economica di gran lunga superiore alle altre nazioni europee. Nel resto delle nazioni europee tutto questo è avvenuto con grandezze, velocità e modalità molto differenti e con risultati che oggi sono molto lontani fra loro: pensate solo che il fabbisogno economico dell’ apparato tedesco è poco più della metà di quello italiano... Al momento di sedersi per fare il punto della situazione per la creazione della moneta unica, queste diseguaglianze sono state prese in considerazione ma, a mio parere, non è stata assolutamente presa in considerazione la capacità di ogni singolo stato di gestirsi e di crescere alla stessa velocità. Oppure è stata presa in considerazione ma volutamente ignorata! Mah! L’ Unione Europea che ci troviamo a vivere in questo momento e che sta distruggendo in modo sistematico le economie delle nazioni più deboli del gruppo (Grecia, Portogallo, Italia, ed ultimamente Francia) è un’ Unione tarata su una velocità e su grandezze che solo le economie forti riescono a supportare. Bene, si potrebbe dire: rallentiamo le velocità, cosicché anche le altre nazioni riescano a reggere questo tipo di rapporto! Sbagliato! Perché? La risposta è semplice, ma siete sicuri di volerla sapere e, soprattutto, capire? Perché non c’è la volontà di salvare le cose, non c’è la volontà di fare in modo che l’ Europa, quell’ Europa formata da stati differenti, sia proprio quell’ idea, quel progetto stupendo descritto nelle prime righe di questo articolo. L’ altra Europa, quella cupa, sinistra, burocratica e globo-finanziaria, che sta distruggendo le economie degli stati membri più deboli, quella è la VERA Europa, quella che comanda. Un insieme di persone, più o meno collegate fra loro, con dei punti in comune: i propri rappresentanti di lobby o di partiti politici ( come se non fosse, poi, la stessa cosa!), il relativo poco interesse per i problemi dei cittadini europei, il completo ed assoluto servilismo verso la burocrazia e la finanza, vere “padrone” dell’ Europa. Gli Stati che aderiscono all’ Euro (moneta unica e unità di misura del nuovo Eldorado) per mezzo dei vari trattati di Maastricht, Lisbona e Schengen hanno sottoscritto degli accordi che, con il passare del tempo, sono risultati demenziali, fuori da ogni tipo di logica e soprattutto con alla base una follia pura: la perdita di sovranità nazionale degli Stati aderenti. Non siamo più liberi e non siamo più proprietari della nostra vita, delle nostre sicurezze, dei nostri debiti; attenzione: non essere più proprietari dei propri debiti non è un fattore Che cosa è il debito pubblico? Il debito pubblico è la differenza fra la quantità di denaro che serve allo Stato per far funzionare se stesso ed i servizi connessi alla vita della Nazione, e la quantità di denaro raccolto dalla Nazione stessa per mezzo di tasse e prelievi. E’ una necessità non supportata da conferimenti. Avendo perso la sovranità monetaria, quindi non potendo più stampare e gestire una moneta propria, non possiamo più stampare liberamente valuta e immetterla in circolo tramite la messa sul mercato di titoli di stato, ma dobbiamo “chiederla in prestito” all’ Europa, ovvero alla Banca Centrale Europea, elemento esterno alle nostre proprietà, un elemento terzo: abbiamo quindi dato ad altri un nostro debito, lo abbiamo “esternalizzato”. Non siamo più proprietari del nostro debito che, ora, ha un proprietario ben definito, la BCE, che VUOLE ed ESIGE garanzie sul pagamento del denaro prestato. Con la crisi economica mondiale, la nostra atavica incapacità o non volontà di avere una politica fiscale chiara, sicura e giusta, continuiamo questo infinito circolo vizioso, economicamente devastante. Per fare cassa quindi, il sistema più ovvio e veloce è l’ alienazione dei servizi e delle strutture pubbliche, la cosidetta “privatizzazione”. Non riuscendo ad avere moneta sufficiente per far funzionare i servizi pubblici, questi si svendono, si fanno diventare privati in modo tale da eliminare la necessità di fondi economici per farli funzionare: in sintesi, non si hanno soldi per la benzina, quindi si regala la macchina. In questo modo si crea altra povertà: ai cittadini tartassati si tolgono anche i servizi pubblici, facendoli diventare privati, più cari e legati ad un mercato diverso da quello precedente ed a diverse dinamiche economiche. Ma chi sono questi “privati” che comprano a poco prezzo beni e servizi da uno stato in profonda crisi economica se non gli stessi squali (ed i loro simili) che hanno dissanguato lo stato stesso nella prima fase di impoverimento? Sono gli stessi gruppi di potere economico che hanno strutturato questo tipo di Europa che stanno facendo shopping dei servizi e dei beni di quegli stati che, grazie alla complicità dei governanti nazionali, hanno dapprima impoverito. Per come sono state create e concepite le strutture burocratica e gestionale della UE, il solo risultato è stato l’ aumento delle spese pro capite. Abbiamo aggiunto altre persone ed altre strutture a pagamento, che si posizionano un gradino più su di quelli che già avevamo, in linea con il principio che “non sono io che lo decido, ma eseguo qualcosa che qualcuno superiore a me mi ha ordinato di fare”: in tal modo si creano scusanti, scaricando le responsabilità Dobbiamo, quindi, riprendere in mano le redini della situazione, cambiare la destinazione d’ uso dell’ Europa, farla diventare il territorio che unisce e amministra i popoli che la formano con modalità migliori delle attuali, spostando il punto di vista da moneta e ricchezza, sul benessere dei popoli, sulla collaborazione, sulla crescita generale. Dobbiamo unire tutte le forze europee che vogliono creare questo tipo di Europa e tutte quelle nazioni che in questo momento si trovano in difficoltà (più o meno dichiarata), con il fine di creare un’ Europa degli europei e non delle banche e della finanza. Certo che se si vuole creare questa Europa con parlamentari europei italiani del calibro di Clemente Mastella, Iva Zanicchi, Lara Comi, Ciriaco De Mita, Cosimo Bonsignore, Carlo Casini e Vittorio Prodi (si, esatto: proprio parenti di…) eccetera, eccetera( elenco completo su http://it.wikipedia.org/wiki/ Membri_italiani_del_Parlamento_europeo_della_VII_Legislatura ), non penso proprio sia fattibile. FACCIAMO UNA SCELTA CHIARA E DECISA SUL NOSTRO FUTURO. Massimiliano Povia

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